Il Festival TESPI vede quest’anno molteplici opportunità e metodologie di discussione ed osservazione del Teatro Sociale.
Uno degli immancabili appuntamenti del festival, sarà quello con Michele Comite, con il workshop: DISABILITA’ NASCOSTE
Il workshop lavorerà sulla composizione coreografica, sulla creazione di immagini, sulla capacità di interrogarsi su piccoli e grandi temi e sull’ascolto dei propri sentimenti e delle proprie sensazioni. Durante il laboratorio i partecipanti avranno la possibilità di sperimentare la capacità di costruire un proprio personale vocabolario coreografico, cercando di trasmettere le proprie emozioni e il proprio immaginario attraverso il gesto e la danza.
Sarà un viaggio per esplorare la danza della vita, senza ammaestramenti e senza forme estetiche predefinite.
Un percorso pensato per rinnovare la relazione e il contatto con il nostro corpo e quello dei nostri compagni di viaggio che come noi vogliono essere riconosciuti e accolti nei limiti come nelle abilità.
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Michele Comite, Italy 3.11.1975
performer autore e regista
Inizia il suo percorso formativo nel 1999, fuori da ogni percorso codificato‚ apparentemente anarchico‚ ma basato su una ferrea disciplina etica ed espressiva.
Studia la figura del mimo attraverso il lavoro d’artista di strada sulle tracce dei Maestri del cinema muto (Charlie Chaplin, Max Linder e Buster Keaton) che lo porta a viaggiare per l’Europa dove ricerca e costruisce una sua personale danza urbana che via via diventa/no delle vere e proprie performance.
Contagiato dall’incontro con Patch Adams e Vladimir Olshansky comincia a studiare la figura del clown mixando l’arte performativa del mimo con la comicità del movimento e del ritmo claunesco. Nasce così “Rum” il dancer-clown che lo porta a viaggiare in Europa ed Africa visitando ospedali, orfanotrofi, case per anziani, campi profughi e siti di calamità naturale.
La continua ricerca sul linguaggio del corpo lo porta a scoprire la fisicità della commedia dell’arte e inizia a studiarne i caratteri e le gestualità con Claudia Contin Arlecchino (la prima donna ad interpretare il ruolo maschile della maschera di Arlecchino) per poi passare alla maschera contemporanea della compagnia internazionale Familie Flöz studiando con i maestri Hajo Schueler, Michael Vogel e Paolo Nani. Incontra il teatro di figura di Gigio Brunello, ed inizia a lavorare come attore e regista in spettacoli per teatro ragazzi dove il lavoro sul corpo e sulla voce si fondono nella vita fantastica dei burattini.
Da un incontro con la maestra Yumiko Yoshioka studia e ricerca le risonanze del corpo attraverso la danza Butoh e l’arte del Kabuki. Aggiunge così al suo linguaggio corporeo l’espressività vocale che continua a studiare con Antonella Bertoni, Maria Consagra, Laura Curino, Naira Gonzales, Serena Sinigaglia, Eugenio Barba, Marco Baliani, Danio Manfredini e Pippo Delbono. Proprio dall’incontro con Pippo Delbono, si immerge nel teatrodanza di Pina Bausch seguendo masterclass con Julie Anne Stanzak e Franko Schmidt danzatori di Tanztheater Wuppertal. Grazie a quest’ultimo incontro, si avvicina alla danza inclusiva e comincia a studiare nuove forme di movimento utilizzando i principi della contact improvisation con German Jauregui. Lavora con Jemima Hoadely della Candoco dance company e segue workshop di danceability con Adam Gain, Tanja Erhart, Piera Principe, Giorgio Rossi, Pierluigi Zonzin, che lo portano ad occuparsi in maniera sempre più intensa di attività inclusive, attraverso l’utilizzo di strumenti artistici creando spettacoli, performance, eventi, e workshop di danceability con persone abili e disabili dove la componente artistica si fonde con l’impegno sociale e civile.
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