Essere pubblico teatrale, non è una condizione riducibile all’azione del vedere uno spettacolo, ad esso infatti viene chiesto di cogliere ed accogliere un’esperienza condivisa.
Sempre più spesso lo sguardo di chi si occupa di teatro, rivolge le sue attenzioni a questo organismo multiforme e possibilmente indistinto che è entità imprescindibile del teatro.
Se avvicinassimo infatti lo sguardo a chi nel buio della platea si appresta alla fruizione, ogni singolo spettatore smetterebbe di essere un’entità fra mille e potremmo percepirlo immediatamente nell’unicità del suo vissuto, bagaglio con il quale arriva a sedersi davanti ad un palcoscenico.
L’interazione fra spettacolo e pubblico diventa alchimia che vede reagire processo artistico e vissuti.
Nel teatro sociale la forza di questo meccanismo è dirompente, perché sul palco, a farsi portatrici del messaggio artistico, salgono persone in grado di mostrarsi e vivere la scena in completa onestà questo fa sì che in sala fra pubblico e attori il patto di fiducia è intriso di verità, portando fili di narrazioni e vite ad intrecciarsi in maniera inevitabile.
Questi spettacoli però, troppo spesso vedono un pubblico ristretto, restando lontani dai cartelloni e quindi invisibili alla massa; il pubblico del teatro sociale è frequentemente formato da un’utenza di addetti ai lavori o di persone in qualche modo legate alle vite di chi va in scena, mentre sarebbe auspicabile diventasse esperienza collettiva.
Abbiamo deciso di dar vita a questa nuova sezione del sito in concomitanza dell’edizione 2019 di TESPI, per dedicare uno spazio di approfondimento e riflessione sul PUBBLICO DEL TEATRO SOCIALE, cogliendo i primi spunti da due importanti appuntamenti del festival:
- la presenza della Casa dello Spettatore di Roma, che curerà le attività di didattica della visione su spettacoli di teatro integrato, per il pubblico e per le scuole del territorio;
- Il convegno “CHE LINGUA PARLI” che avrà luogo nel convegno del 1 e 2 Febbraio, nel quale ci sarà la possibilità di assistere ad autorevoli interventi di operatori, giornalisti e accademici.